Che cosa è la maculopatia: come riconoscerla e come trattarla

Che cosa è la maculopatia: come riconoscerla e come trattarla

La Maculopatia è una malattia degenerativa che colpisce una zona della retina.


La degenerazione maculare è per lo più dovuta al processo di invecchiamento dell’occhio (degenerazione maculare senile), sebbene alcuni pazienti presentino una predisposizione ereditaria; per questo è bene che i familiari di soggetti affetti da degenerazione maculare, una volta superati i 40 anni, si sottopongano a periodici esami oftalmologici. In altri casi la degenerazione maculare si sviluppa in seguito a traumi oculari, infezioni, infiammazioni o miopia.

Nel mondo occidentale rappresenta una delle cause più frequenti di cecità legale. Circa il 20% della popolazione ne è colpita, con prevalenza per il sesso femminile. Nei soggetti colpiti il rischio di ammalarsi al secondo occhio è del 5 – 15%. La forma più diffusa è la degenerazione maculare atrofica o secca e riguarda il 90% di tutte le maculopatie. Con l’invecchiamento si riduce l’apporto di sangue e di elementi nutritivi; i tessuti della retina si deteriorano e si assottigliano: al di sotto della macula si accumulano dei depositi di colore giallo che alterano la funzionalità delle cellule deputate alla visione centrale. Tali cellule, scarsamente nutrite dai capillari della retina centrale, si atrofizzano.


Il sintomo caratteristico e iniziale della degenerazione maculare è la percezione alterata e distorta delle immagini (metamorfopsie) seguita da una riduzione graduale e progressiva della visione centrale. Anche i colori sembrano meno brillanti. Poiché la visione centrale è compromessa, risulta impossibile la lettura in quanto le lettere su cui viene fissata l’attenzione appaiono confuse e distorte. Tipica è la distorsione delle linee dritte (i bordi delle piastrelle del pavimento possono sembrare ondulati, il profilo di una casa appare distorto). Può accadere che vengano percepite delle macchie grigie nel campo visivo o che le dimensioni di determinati oggetti appaiano diverse a seconda dell’occhio con cui si guardano. Il sintomo tipico allo stadio terminale della maculopatia è lo scotoma (area di visione ridotta o assente nel campo visivo) centrale: la perdita della visione centrale diventa completa per cui non è possibile vedere nel punto in cui si fissa lo sguardo. Anche nei casi più gravi, la degenerazione maculare non provoca totale cecità in quanto la visione paracentrale e laterale non è compromessa.

LA DIAGNOSI


Durante la visita oculistica, lo specialista esamina in primo luogo la parte centrale della retina mediante l’oftalmoscopio, uno strumento che, grazie ad un sistema di lenti, rende possibile l’osservazione diretta della retina.
L’esame fondamentale nella diagnosi delle maculopatie è la fluoroangiografia retinica che permette di studiare dettagliatamente la circolazione sanguigna della retina e della coroide (una specie di spugna vascolare posta al di sotto della retina stessa). Al paziente viene iniettata nel braccio una sostanza colorante (la fluorescina) che raggiunge in pochi secondi la circolazione retinica: i capillari e le strutture retiniche sono osservate attraverso un fluorangiografo e fotografati con un’apparecchiatura dotata di particolari filtri.
Con metodo simile si esegue l’angiografia ad indocianina che grazie alla sostanza iniettata (indocianina) permette di evidenziare le anomalie retiniche e coroideali più profonde.

L’OCT (tomografia ottica a radiazione coerente) è una tecnica che permette l’acquisizione e l’elaborazione computerizzata di immagini bi e tridimensionali della sezione retinica. utile effettuare anche un test sulla visione dei colori (Test color) e di elettrofisiologiaoculare (ERG focale). Mentre la fluoroangiografia e l’angiografia permettono la visualizzazione dei vasi sanguigni, l’OCT permette di visualizzare gli strati della retina fornendone delle immagini dettagliate in grado di evidenziare le minime alterazioni. Non c’è contatto tra la sonda e le strutture dell’occhio, ma solo un raggio luminoso che in pochi secondi ottiene una mappa retinica ad alta risoluzione.

L’HRT-II (tomografo retinico laser Heidelberg) è un strumento utilizzato per misurare lo spessore retinico nella regione maculare. È in grado di fornire informazioni complementari all’esame agiografico nel determinare la sede e il grado di edema retinico (pre e post terapia laser) o di atrofia maculare. L’esame è indolore e non richiede la dilatazione della pupilla.

GRIGLIA DI AMSLER

La griglia di Amsler è costituita da incroci di linee diritte e perpendicolari fra loro. Collocare l’immagine del reticolo a circa 35 centimetri di distanza dagli occhi, in buone condizioni di luce e fissare il puntino nero al centro avendo cura di coprire l’altro occhio. In condizioni normali le linee devono apparire tutte ugualmente diritte. In caso di patologie oculari in una o più zone della griglia le linee possono apparire offuscate, confuse o distorte come indicato nella figura sotto a destra: è necessario rivolgersi immediatamente ad un medico oculista. Non esistono purtroppo cure in grado di ristabilire la vista a chi soffre di maculopatia; tuttavia le terapie attualmente a disposizione possono fermare in maniera significativa la progressione della patologia.

LA PREVENZIONE

La prevenzione costituisce uno dei punti cardine del trattamento, specie nel caso della degenerazione maculare senile.
In particolare nella sua forma di tipo secco, la degenerazione maculare è infatti favorita dal fumo che aumenta addirittura di 2,4 volte il rischio di sviluppare la malattia.
E’ stato inoltre dimostrato come le cellule maculari siano estremamente sensibili al danno dei radicali liberi; mantenere sotto stretto controllo il colesterolo, evitare l’assunzione di grassi saturi e di alcool, praticare con costanza attività sportiva sono dunque comportamenti salutari ed essenziali.
L’eliminazione di questi primi fondamentali fattori di rischio, unita all’assunzione quotidiana di integratori contenenti antiossidanti ad alte dosi (in particolare la luteina), è già un ottimo modo per prevenire o rallentare il decorso della malattia.


Tuttavia, quando la degenerazione maculare secca si presenta ad uno studio già avanzato, è possibile aiutare concretamente la capacità visiva residua utilizzando ausili ottici e, ricorrendo all’insegnamento di specialisti in ipovisione, imparando a sfruttare la capacità visiva periferica.
Diverso è il caso della degenerazione maculare umida che, più rara e invalidante, può compromettere seriamente la capacità visiva. In questo caso è necessario sempre intraprendere una terapia farmacologica.


Ad oggi i farmaci antiangiogenici sono i più indicati per il trattamento della degenerazione maculare di tipo umido o essudativo. Tramite un delicato intervento con anestesia locale, questi farmaci vengono iniettati all’interno dell’occhio (in camera vitrea) allo scopo di bloccare la crescita della neovascolarizzazione; i farmaci antiangiogenici infatti inibiscono l’azione dei fattori di crescita dei neovasi e ne arrestano il conseguente sviluppo.
Un ulteriore metodo di cura della degenerazione maculare di tipo umido consiste nella terapia fotodinamica con verteporfina (o PDT).
Il trattamento prevede di iniettare al paziente via endovena uno speciale colorante chiamato Verteporfina, una sostanza fotosensibile che si lega ai capillari anomali responsabili della malattia.
Secondariamente un raggio laser di specifica lunghezza d’onda illumina i capillari anomali ed attiva il farmaco provocando la chiusura degli stessi. Il colorante viene poi smaltito naturalmente dal corpo in circa 24, 48 ore.


La terapia fotodinamica può essere ripetuta dopo circa tre mesi se si nota una nuova comparsa dei vasi capillari anomali; tuttavia recenti studi hanno evidenziato come l’efficacia del trattamento sia elevata a fronte di un basso numero di iniezioni intraoculari.
In particolare i migliori risultati si sono ottenuti dalla combinazione della terapia con farmaci antiangiogenici con la terapia fotodinamica.

La maculopatia è per lo più una malattia senile, prevenirla è dunque difficile. Esistono comunque dei “cattivi” comportamenti che predispongono all’insorgere di questa come di molte patologie croniche degenerative. Rinunziarvi e adottare stili di vita sani può rappresentare una forma valida di prevenzione.

Questo significa abolire il fumo, fare attività fisica regolare e soprattutto mangiare cibi sani e ricchi di antiossidanti come il pesce, la carne bianca, le verdure a foglia verde, i peperoni, i frutti rossi, la soia, il cacao.

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